Danilo Littarru

Ogni giorno riviste, programmi televisivi e libri di auto-aiuto propongono soluzioni generiche e ricette fai-da-te, spesso accompagnate da consigli e tautologie insignificanti, per migliorare l’autostima, alimentando l’illusione che esista una formula universale valida per tutti. Tuttavia, migliorare la propria autostima è un percorso complesso e spesso lungo, che può durare tutta la vita. La carenza di autostima, intesa come atteggiamento generale verso sé stessi, ha un impatto significativo sulla vita di una persona, tanto da essere considerata uno degli aspetti più dolorosi dell’esistenza. Da qui, emerge l’importanza di affrontare seriamente il tema dell’autostima, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza, periodi in cui molti disagi psicologici derivano da una percezione negativa del sé.
Nel processo educativo, spesso si sottovaluta l’importanza di potenziare l’autostima, privilegiando un’educazione rigida che presta attenzione alle forme più che all’essenza. Talvolta, si dà per scontato che l’affetto verso un figlio sia ovvio e non debba essere manifestato quotidianamente. Questa impreparazione affettiva, sia da parte dei genitori sia degli insegnanti, può creare un terreno fertile per l’incapacità di comunicare e condividere le emozioni. È fondamentale, invece, che un bambino si senta autentico fin dalla prima infanzia, amato per ciò che è e per ciò che può offrire, imparando a convivere con i propri limiti. L’autostima diventa così un elemento cruciale per riconoscere adeguatamente le proprie risorse e qualità. Un’infanzia priva di serenità e di sostegno emotivo può lasciare profonde cicatrici, generando un senso di inadeguatezza che influenzerà la capacità di affrontare le sfide della vita.

L’obiettivo di questa riflessione è evidenziare l’importanza delle esperienze interattive tra bambini e adulti significativi, come genitori, insegnanti e educatori, poiché queste relazioni determinano lo sviluppo dell’identità e dell’autostima. Un’infanzia ben nutrita affettivamente crea basi solide per un adulto consapevole e sereno. La carenza di cure genitoriali può invece minare la considerazione di sé, ostacolando la capacità di esprimere sentimenti e sviluppare competenze personali. Quando le relazioni primarie non soddisfano bisogni essenziali come amore, accettazione e valorizzazione, il processo di costruzione dell’autostima può essere compromesso.
Nella formazione dell’identità personale, i bambini assimilano schemi mentali e comportamenti derivati dalle loro esperienze infantili, che influenzeranno le loro relazioni e reazioni future. Un’educazione che scoraggia l’espressione delle emozioni rende il bambino vulnerabile alle frustrazioni e timoroso del giudizio altrui. La capacità di esprimere i propri stati affettivi è, invece, cruciale per comunicare con se stessi e con gli altri, evitando di costruire barriere difensive disfunzionali. La percezione di fallimento e inadeguatezza spesso affonda le sue radici nei primi anni di vita, quando il bambino sviluppa un’immagine di sé basata sulla qualità delle relazioni con le figure genitoriali. Aspettative genitoriali irrealistiche o un’educazione svalutante possono ostacolare lo sviluppo di un’identità autonoma e autentica.
Critiche costanti, confronti svalutanti e mancanza di valorizzazione possono configurarsi come forme di abuso psicologico, influenzando negativamente la crescita personale. L’adolescenza, in particolare, rappresenta un momento cruciale per lo sviluppo dell’identità adulta, in cui l’immagine di sé si forma attraverso il confronto con i coetanei, il successo scolastico, l’aspetto fisico e il raggiungimento degli obiettivi. Per questo motivo, è fondamentale che famiglia e scuola collaborino per potenziare l’autostima dei giovani, aiutandoli a trovare il coraggio di essere autentici.
Educare al cuore è essenziale: un’educazione che arricchisca e valorizzi i talenti e le unicità di ogni individuo. I ragazzi sono come diamanti grezzi che aspettano di essere modellati con cura, cercando conferme e riscontri per crescere nella direzione giusta. André Gide scriveva: Diventa ciò che sei. Non disarmarti facilmente. Ci sono meravigliose opportunità in ogni essere. Persuaditi della tua forza e della tua gioventù. Ripeti incessantemente: “Non spetta che a me”.
Insegniamo ai nostri bambini e ai nostri ragazzi che le soluzioni si trovano se si ha la capacità di sapersi leggere dentro e saper leggere dentro la nostra storia le innumerevoli ricchezze che possediamo.