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  • Muscoli scolpiti e doping: una sfida per la salute dei giovani

    Muscoli scolpiti e doping: una sfida per la salute dei giovani

    Il mito del corpo perfetto domina il panorama sociale e mediatico. Immagini di fisici scolpiti come montagne russe, addominali d’acciaio e muscoli esaltati fino all’estremo si intrecciano con un fenomeno preoccupante: il doping. Questo problema in crescita, spesso ignorato o sottovalutato, riguarda giovani e adulti, dilettanti e professionisti. Secondo recenti stime, il mercato globale delle sostanze dopanti supera i 500 milioni di euro all’anno (Fonte: WADA, 2023), alimentato da ormoni, integratori e farmaci. Gli steroidi anabolizzanti rappresentano il prodotto più richiesto, perché rappresenta la via breve per ottenere rapidi aumenti di massa muscolare. Queste sostanze arrivano principalmente dal mercato asiatico, distribuite tramite dark web, social media e forum. Una ricerca condotta dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) evidenzia che almeno un bodybuilder su tre utilizza regolarmente sostanze illecite (WADA, Rapporto Annuale 2022). Tuttavia, il doping non è limitato al body-building: anche in sport come golf, tiro con l’arco o tiro a segno, si fa uso di betabloccanti e ansiolitici per ridurre l’ansia da prestazione.

    Tra i giovani, il mito del corpo perfetto è fortemente alimentato dai social media e dagli standard estetici imposti dalla cultura contemporanea. Uno studio pubblicato su “Journal of Adolescent Health” (Smith et al., 2021) ha rivelato che il 20% degli adolescenti ritiene necessario fare uso di doping per raggiungere il successo sportivo. Molti ragazzi assumono queste sostanze senza consapevolezza dei rischi. Tra i più comuni troviamo gli steroidi anabolizzanti che causano squilibri ormonali, infertilità e danni epatici (National Institute on Drug Abuse, 2023), gli ormoni della crescita (GH), legati a diabete e problemi cardiaci, e gli sciroppi energizzanti con estratti di ipofisi bovina, potenzialmente responsabili di malattie neurologiche come la variante umana della mucca pazza (European Food Safety Authority, 2022).

    Il termine “doping” deriva probabilmente dall’antico uso del “Dop”, un estratto eccitante utilizzato nelle cerimonie religiose da popolazioni dell’Africa sud-orientale. Tuttavia, l’uso di sostanze per migliorare le prestazioni risale a tempi ancora più antichi: nelle prime Olimpiadi, alcuni atleti usavano pozioni per aumentare la resistenza (Goldstein, “Doping in Antiquity”, 2020). Oggi, però, la situazione è radicalmente cambiata. In una palestra su sei (Ministero della Salute, 2023), circolano sostanze dopanti, e l’accesso a questi prodotti è più facile che mai, soprattutto grazie alla rete.

    Il doping non si limita a migliorare la massa muscolare o la forza. In molti sport si utilizzano anche diuretici, per perdere peso rapidamente o mascherare altre sostanze nelle analisi (WADA, 2022), alcalinizzanti (come bicarbonato di sodio), per aumentare la resistenza all’acido lattico, ma con effetti collaterali come problemi intestinali, e betabloccanti, per ridurre i tremori e l’ansia, comuni in sport di precisione. Queste pratiche mettono a rischio non solo la salute fisica, ma anche quella mentale, favorendo lo sviluppo di ossessioni compulsive legate alla ricerca di perfezione (APA, 2023).

    La soluzione non è demonizzare lo sport, ma educare a una pratica sana e consapevole. Genitori, educatori e allenatori devono promuovere valori come etica, responsabilità e benessere psico-fisico, opponendosi al culto dell’apparenza a tutti i costi. I giovani devono comprendere che il successo non è solo il risultato estetico o sportivo, ma anche il rispetto per la propria salute e per gli altri. Campagne informative, promosse da scuole e associazioni sportive, possono fare la differenza. Programmi come “Youth Against Doping” (Erasmus+, 2023) offrono risorse utili per sensibilizzare giovani e genitori sui pericoli delle sostanze illecite.

    Il doping rappresenta una sfida complessa che richiede una risposta collettiva. Educare sui rischi, fornire supporto psicologico e creare un ambiente sportivo positivo sono passi essenziali per proteggere le nuove generazioni.