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  • Disprassia infantile o DCD: segnali, cause e interventi a scuola

    Disprassia infantile o DCD: segnali, cause e interventi a scuola

    Il Disturbo della Coordinazione Motoria (DCD), conosciuto anche come disprassia evolutiva, è una condizione neuroevolutiva che interessa circa il 5-6% dei bambini in età scolare. Si manifesta con difficoltà significative nell’acquisizione e nell’esecuzione di abilità motorie, non spiegabili da deficit intellettivi, neurologici o sensoriali.

    Che cos’è il DCD

    Il disturbo riguarda la pianificazione e il controllo dei movimenti: i bambini con DCD appaiono spesso goffi, impacciati, con difficoltà nei gesti quotidiani che per i coetanei risultano spontanei.
    Alcuni esempi pratici:

    • Vestirsi, allacciare le scarpe, abbottonare una camicia.
    • Usare posate, forbici o strumenti scolastici come righello e compasso.
    • Partecipare a giochi di movimento, correre o saltare senza cadere.

    Non è semplice “goffaggine infantile”: il DCD è persistente e interferisce con il rendimento scolastico e la vita sociale.

    Segnali a scuola

    Gli insegnanti sono spesso i primi a notare difficoltà che vanno oltre la lentezza:

    • Calligrafia irregolare, pressione discontinua sul foglio.
    • Incapacità di mantenere il ritmo nelle attività sportive.
    • Frustrazione, bassa autostima e ritiro sociale.

    Questi segnali, se sottovalutati, possono alimentare un circolo vizioso di ansia da prestazione e isolamento.

    Diagnosi

    La diagnosi è clinica e multidisciplinare: coinvolge neuropsichiatra infantile, psicologo e terapisti della riabilitazione.
    Gli strumenti più utilizzati sono:

    • M-ABC (Movement Assessment Battery for Children): valuta abilità motorie fini e grossolane.
    • BOT-2 (Bruininks-Oseretsky Test of Motor Proficiency).

    Fondamentale è distinguere il DCD da altri disturbi come ADHD, DSA o disturbi dello spettro autistico, con cui spesso coesiste.

    Interventi

    Gli approcci più efficaci si basano su training mirati:

    • Terapia occupazionale e fisioterapia con esercizi graduati.
    • Task-oriented training: insegnare direttamente l’abilità deficitaria (es. allacciarsi le scarpe).
    • Strategie cognitive (CO-OP): guidare il bambino a pianificare, eseguire e monitorare i propri movimenti.

    A scuola sono utili adattamenti didattici:

    • Consentire tempi aggiuntivi per le prove scritte.
    • Offrire strumenti compensativi (penne ergonomiche, tastiere).
    • Favorire attività inclusive che non penalizzino la prestazione motoria.

    Una sfida educativa

    Il DCD non è solo un problema motorio: ha un forte impatto psicologico. Un bambino che non riesce a partecipare alle attività dei coetanei rischia di sentirsi escluso.
    L’intervento precoce, l’alleanza scuola-famiglia-terapisti e la sensibilizzazione dei compagni possono trasformare una fragilità in una palestra di resilienza.