Tag: recensioni

  • “Il giorno in cui mia figlia impazzì”: quando l’adolescenza si spezza

    “Il giorno in cui mia figlia impazzì”: quando l’adolescenza si spezza

    In Il giorno in cui mia figlia impazzì, Michael Greenberg ci consegna una testimonianza lacerante e vibrante, che unisce l’impeto del memoir alla lucidità del resoconto clinico. Il libro, edito in Italia da Einaudi, narra l’estate del 1996 in cui Sally, la figlia quindicenne dello scrittore newyorkese, viene travolta da un episodio psicotico acuto, aprendo uno squarcio sulla fragilità della mente adolescente e sulla forza del legame genitoriale.

    Il lettore è trascinato in una New York afosa e rarefatta, ma soprattutto nel caos interiore di una giovane mente che cede sotto il peso di un disturbo mentale ancora misterioso. Greenberg non cerca mai il pietismo, ma offre uno sguardo analitico e poetico, capace di rendere visibile l’invisibile: il delirio, l’ansia, la perdita di contatto con la realtà.

    “Il modo in cui la psicosi prende il controllo della mente di Sally è improvviso, assoluto, come un temporale che squarcia il cielo sereno”, scrive. E in questo gesto narrativo ritroviamo il dolore di ogni genitore che assiste, impotente, al disgregarsi dell’identità del proprio figlio.

    Greenberg si fa cronista e padre, scrittore e caregiver, oscillando tra l’incredulità e l’analisi. La sua prosa è asciutta, incisa, eppure colma di compassione. Il testo diventa così un’opera a metà strada tra la letteratura e la riflessione clinica, rendendolo particolarmente prezioso per pedagogisti, psicologi e psichiatri.

    Il volume è un’illustrazione vivida di ciò che la psichiatria dell’età evolutiva definisce early-onset psychosis. Come sottolinea Massimo Ammaniti, “l’adolescente è un funambolo che cerca equilibrio tra regressione infantile e proiezione verso l’età adulta”. Ed è proprio in questa transizione che Sally inciampa, spinta nel vuoto da una malattia che non fa sconti, nemmeno alla giovinezza.

    Dal punto di vista clinico, il libro può essere letto come una testimonianza del ruolo fondamentale della famiglia nel percorso terapeutico. Il DSM-5 colloca la psicosi giovanile in una zona grigia, dove diagnosi e prognosi si muovono tra incertezza e speranza. Greenberg incarna questa ambivalenza, restituendola al lettore in tutta la sua crudezza.

    Perché leggerlo

    Il giorno in cui mia figlia impazzì è molto più che un diario del dolore. È un testo necessario, che dà voce a milioni di genitori e figli coinvolti nel labirinto della sofferenza mentale. Un libro da leggere per comprendere, per non sentirsi soli, per imparare a nominare ciò che spesso resta impronunciabile.