Doom-scrolling: la spirale che avvelena l’umore

Quando il dito scorre e la mente sprofonda

Il termine doom-scrolling — coniato in ambito mediatico ma ormai acquisito dal lessico psicologico — indica l’atto compulsivo di scorrere senza sosta contenuti negativi su social network e portali di notizie. Una pratica apparentemente passiva, ma che, a livello neurofisiologico, può innescare una catena di reazioni con conseguenze tangibili sul tono dell’umore e sulla salute mentale.

Uno studio della Texas Tech University (2022) ha documentato come l’esposizione prolungata a notizie allarmistiche comporti un aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e una riduzione della Heart Rate Variability (HRV), un parametro biometrico correlato alla resilienza psicologica.

Perché ci intrappola

Il fenomeno si fonda su due pilastri neuropsicologici:

  1. Attivazione cronica dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA): il cervello interpreta il flusso ininterrotto di notizie negative come una minaccia costante, attivando la risposta di allarme in modo protratto.
  2. Bias di negatività: come dimostrato da Baumeister et al. (2001), la mente attribuisce maggiore peso e salienza emotiva agli stimoli negativi rispetto a quelli positivi, distorcendo la percezione della realtà e predisponendo all’ansia.

La conseguenza è un loop emotivo in cui l’utente, pur avvertendo malessere, continua a cercare informazioni disturbanti, alimentando inconsapevolmente uno stato di vigilanza ansiogena.

Effetti psicologici documentati

  • Peggioramento del tono dell’umore e incremento della sintomatologia depressiva
  • Irritabilità e insonnia dovute all’iperattivazione del sistema limbico
  • Riduzione delle capacità attentive per saturazione cognitiva
  • Ritiro sociale in favore di un consumo solitario e compulsivo di contenuti

Uno studio pubblicato su Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking (2021) ha confermato la correlazione tra consumo eccessivo di notizie negative online e aumento significativo di ansia generalizzata.

Strategie di prevenzione

  • Definire limiti temporali (es. 15-20 minuti al giorno di fruizione informativa)
  • Selezionare fonti attendibili per ridurre esposizione a contenuti sensazionalistici
  • Integrare “positive news” e letture neutrali nel proprio feed
  • Praticare mindful scrolling: osservare consapevolmente le proprie reazioni emotive durante la navigazione

Come osserva Daniel Levitin, neuroscienziato e autore di The Organized Mind:

“Il cervello è una macchina predittiva: saturarlo di negatività significa programmare le sue aspettative sul peggio.”