Il chewing gum è come certi pensieri: li mastichi a lungo, ma non li digerisci mai.
Il chewing gum non è soltanto un passatempo zuccherato: è un oggetto culturale, uno strumento psicologico, un piccolo atto quotidiano che attraversa secoli e simboli. La sua storia, infatti, affonda le radici nelle antiche civiltà, ma assume un significato del tutto nuovo nel Novecento, fino a diventare emblema di gioventù ribelle, consumismo e talvolta di maleducazione.
Origini storiche: dalle resine naturali all’industria
Masticare resine vegetali è un’usanza antichissima: i Maya utilizzavano la chicle, derivata dall’albero della sapotiglia, mentre in Grecia si masticava la resina di lentisco. Tuttavia, il vero salto commerciale si ebbe nell’Ottocento negli Stati Uniti, con l’introduzione del chewing gum industriale, inizialmente venduto come rimedio digestivo.
Negli anni ’50 e ’60, con l’avvento della cultura pop americana, la gomma da masticare si trasformò in un simbolo di gioventù, ribellione e modernità, complici il cinema e la pubblicità. Pensiamo a James Dean o ai ragazzi dei musical: il gesto del masticare divenne un segno identitario.

Risvolti psicologici: tra ansia e auto-regolazione
Dal punto di vista psicologico, masticare gomma può essere interpretato come una forma di auto-consolazione. Studi recenti hanno evidenziato che il chewing gum può:
- ridurre temporaneamente lo stress e l’ansia (Smith, 2010);
- migliorare la concentrazione e la memoria a breve termine (Allen & Smith, 2012);
- favorire un senso di rilassamento, grazie alla ripetitività del gesto.
La gomma da masticare, insomma, agisce come una sorta di “tic funzionale”: un piccolo rito quotidiano che permette di scaricare tensioni in maniera socialmente accettabile, anche se non sempre ben vista.
Ribellione e cultura pop
Negli anni della contestazione giovanile, masticare una gomma con aria svogliata divenne un modo di esprimere sfida all’autorità. Il chewing gum fu percepito dagli adulti come un segno di maleducazione: simbolo di indisciplina a scuola, di irriverenza verso i valori tradizionali.
Ancora oggi, insegnanti e genitori associano il gesto al disimpegno, mentre per gli adolescenti può rappresentare un segnale di appartenenza a un gruppo, un modo di marcare differenza. È il linguaggio silenzioso della ribellione quotidiana.
Educazione o maleducazione?
La gomma da masticare resta ambigua: da un lato strumento di concentrazione e sollievo dallo stress, dall’altro segno di trasgressione sottile e mancanza di rispetto nei contesti formali (scuola, chiesa, lavoro).
L’educazione non consiste nel proibire in assoluto, ma nell’insegnare quando e dove masticare: un atto che può essere neutro, oppure disturbante e maleducato. La differenza la fa il contesto.
Conclusione: un piccolo oggetto, una grande metafora
Il chewing gum è più di un dolce: è un fenomeno psicologico e culturale che continua a oscillare tra necessità, piacere e ribellione. Da simbolo pop a strumento di autoregolazione, resta una metafora dei nostri tempi: sempre in bilico tra libertà individuale e regole sociali.
