Il sistema preventivo di Don Bosco: un modello educativo ancora attuale
Giovanni Bosco, meglio conosciuto come Don Bosco, nacque il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, in una famiglia contadina segnata dalla perdita prematura del padre. Cresciuto in condizioni di indigenza, sviluppò una forte vocazione religiosa che lo portò a diventare sacerdote nel 1841. Fin dall’inizio del suo ministero, si dedicò all’educazione e al sostegno dei giovani più bisognosi, in un’epoca in cui l’industrializzazione e i mutamenti sociali stavano creando un forte disagio tra i ragazzi delle classi popolari.
Nel 1859 fondò la Congregazione Salesiana, ispirata alla figura di San Francesco di Sales, con l’obiettivo di offrire istruzione e formazione cristiana ai giovani, specialmente ai più emarginati. L’innovazione del suo metodo educativo, noto come il “Sistema Preventivo”, si basava su tre principi cardine: ragione, religione e amorevolezza. A differenza di altri approcci educativi dell’epoca, spesso repressivi, Don Bosco puntava sulla prevenzione dell’errore attraverso l’affetto, la presenza costante degli educatori e la costruzione di un ambiente sereno e stimolante. Secondo la sua visione, l’educazione doveva formare “buoni cristiani e onesti cittadini“, combinando istruzione, formazione professionale e valori morali.
L’opera salesiana si espanse rapidamente, dando vita a scuole, oratori, centri di formazione professionale e missioni in tutto il mondo. Attualmente la Congregazione Salesiana conta oltre 14.000 religiosi presenti in 134 paesi, con una rete educativa che include più di 5.500 istituzioni tra scuole, centri di formazione e oratori, servendo milioni di giovani. L’influenza pedagogica di Don Bosco continua a essere un punto di riferimento nell’ambito educativo e sociale, con un impatto significativo su programmi di prevenzione della devianza minorile, dell’abbandono scolastico e della formazione professionale.
I Salesiani operano attivamente in contesti difficili, supportando ragazzi in situazioni di povertà e disagio, offrendo opportunità di crescita personale e lavorativa, promuovendo al contempo una visione dell’educazione centrata sulla fiducia e sull’inclusione.